Dobbiamo fare molta attenzione ai cambiamenti climatici, non solo per il futuro dell’ambiente ma anche per quello del nostro cervello.
Si parla ormai da diversi decenni di quelli che potrebbero essere gli effetti a medio-lungo termine dei cambiamenti climatici sul nostro habitat e per l’ambiente in generale. Abbiamo imparato a nostre spese che l’innalzamento della temperatura della Terra comporta estati più lunghe e molto più calde, inverni sempre più tiepidi e privi di piogge, eventi temporaleschi e fenomeni climatici estremi anche a latitudini solitamente temperate.
Appare chiaro – ne abbiamo avuto triste prova anno dopo anno – come questi cambiamenti del clima possano avere un’influenza diretta anche sul nostro stile di vita e in alcuni casi, come quello del caldo intenso o delle alluvioni, un’influenza diretta sulla salute e sull’incolumità della popolazione mondiale. Tuttavia quelli appena citati pare non siano gli unici problemi collegati ai cambiamenti climatici.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica ‘Lancet Neurology’ e condotto dalla Columbia University ha tratto le somme di tutti gli studi condotti dal 1968 ad oggi (ben 332) sul collegamento diretto tra i cambiamenti climatici e il peggioramento delle condizioni del nostro cervello, con particolare attenzione sui peggioramenti verificatisi in chi è affetto da malattie neurodegenerative.
I risultati degli studi presi in considerazione mettono in chiara evidenziano come ci sia una connessione diretta tra il peggioramento di malattie come Ictus e infiammazioni del sistema nervoso e l’inasprirsi delle condizioni climatiche. Per inasprimento ci riferiamo ovviamente a temperature molto alte o temperature molto basse, ma anche a cambianti improvvisi di temperatura all’interno della stessa giornata, specie se si verificano in stagioni in cui solitamente non c’è questa escursione termica.
Stando a quanto pubblicato sulla rivista scientifica dai ricercatori della Columbia University, particolare impatto sulle persone affette da patologie cerebrali l’avrebbe il caldo intenso. Si è notato come le disabilità residue e le morti per ictus aumentino durante le ondate di forte calore.
Il forte caldo ha un impatto concreto anche nelle malattie neurodegenerative poiché porta a notti insonni ed è risaputo che in tutti, ma soprattutto in chi è affetto da queste patologie che non hanno attualmente una cura, il sonno rappresenta un fattore protettivo per il cervello.
Le temperature troppo elevate hanno un impatto negativo anche in chi è affetto da demenza. Il caldo eccessivo, infatti, comporta la necessità di comportamenti adattivi, come ad esempio l’aumento dell’acqua da bere ogni giorno, che possono essere complicati da accettare e da implementare nella quotidianità per chi è affetto da questa malattia.
Sono stati infine trovati dei riscontri tra l’aumento delle temperature e quello di stati d’ansia, depressione e schizofrenia. Tuttavia gli autori dello studio sottolineano come per queste tre problematiche ci siano ancora pochi studi poter asserire un collegamento certo, dunque c’è bisogno di ulteriori approfondimenti.
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