Il periodo della dichiarazione dei redditi è in corso. Ma prima di concludere la procedura, assicuratevi di non sbagliare.
Ci siamo. È tempo di dichiarazione dei redditi, un momento cruciale per milioni di contribuenti italiani. Ogni anno, infatti, questo appuntamento rappresenta un’occasione importante per fare il punto sulla propria situazione fiscale e per adempiere agli obblighi previsti dalla legge. Attenzione, però, a compilare tutto correttamente. C’è un errore che commette la stragrande maggioranza degli italiani.
Per il 2024, la dichiarazione dei redditi prevede diverse scadenze a seconda della modalità di presentazione scelta dal contribuente. In generale, le due principali modalità sono il Modello 730, dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati, con scadenza fissata al 30 settembre 2024.
Questo modello è particolarmente vantaggioso perché permette di ottenere eventuali rimborsi direttamente in busta paga o nella pensione entro il mese successivo alla presentazione. E il Modello Redditi (ex Unico): utilizzato da professionisti, imprenditori e altri contribuenti che non possono utilizzare il Modello 730.
La scadenza per l’invio telematico è il 30 novembre 2024. È importante ricordare che, in caso di presentazione tramite un intermediario abilitato (come un commercialista o un CAF), è necessario prendere appuntamento con un certo anticipo per evitare ritardi e garantire una corretta elaborazione dei dati. E assicuratevi di avere con voi tutta la documentazione necessaria.
Dichiarazione dei redditi: l’errore comune che può rovinare tutto
Conservare e organizzare tutte le ricevute e i documenti relativi alle spese detraibili e deducibili sostenute durante l’anno. Questo include spese mediche, assicurative, scolastiche, per ristrutturazioni e altre voci rilevanti. Si tratta di un passaggio preliminare, ma fondamentale, per non commettere uno degli errori più comuni.
Durante la preparazione della dichiarazione dei redditi, sia che si utilizzi il Modello 730/2024 che il Modello Redditi PF, è necessario raccogliere e conservare una serie di documenti che attestano le spese sostenute. Questi documenti sono fondamentali per usufruire delle detrazioni e deduzioni fiscali, riducendo così l’Irpef dovuta.
Ma una volta presentata la dichiarazione, cosa fare con questa documentazione? È necessario conservarla? E per quanto tempo? I documenti che giustificano le spese dichiarate devono essere conservati per supportare quanto inviato all’Agenzia delle Entrate. Questo perché l’Agenzia potrebbe effettuare controlli sulla veridicità delle dichiarazioni presentate.
Secondo la normativa vigente, i documenti relativi alla dichiarazione dei redditi devono essere conservati per 5 anni. Pertanto, per la dichiarazione dei redditi del 2024, la documentazione dovrà essere mantenuta fino al 31 dicembre 2029. Questa scadenza permette agli uffici competenti di richiedere e verificare la documentazione in caso di controlli.
Attenzione alla documentazione da archiviare
I documenti più comuni che devono essere archiviati includono certificazioni delle ritenute d’acconto, certificazioni dei redditi, come la certificazione unica, scontrini parlanti per i farmaci acquistati, che riportano il codice fiscale del contribuente, fatture per spese mediche e altre ricevute, inclusi eventuali prescrizioni mediche se richieste, documenti relativi a spese detraibili o deducibili, come quelle per la formazione
Ma ci ci sono anche gli attestati di versamento d’imposta tramite modelli F24, polizze assicurative con i requisiti per i premi di assicurazione sulla vita, contratti di mutuo e compravendita per l’acquisto dell’abitazione principale, utili per la detrazione degli interessi passivi, contratti di mutuo per la costruzione e ristrutturazione dell’immobile adibito ad abitazione principale
Tutta la documentazione di supporto deve essere conservata in modo ordinato e facilmente reperibile per un periodo di 5 anni, a partire dalla fine dell’anno fiscale in cui è stata presentata la dichiarazione. Questo garantisce che i documenti possano essere prontamente esibiti in caso di richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate.