Congiuntivo e apostrofo, le difficoltà grammaticali degli italiani. Quali sono gli errori commessi con più frequenza.
L’italiano è certamente una lingua complicata, con molte regole grammaticali e decine di eccezioni, con declinazioni verbali, modi, generi, articoli e così via che la rendono varia e ricca, ma di certo complessa. Lo sanno bene gli stranieri che si accingono a studiarla, con la sua grammatica e il suo esteso vocabolario.
Ma a commettere errori e dimenticanze non sono soltanto persone straniere con lingue anche molto diverse. Gli italiani spesso non sono da meno e la differenza tra la lingua corretta e quella più comune è notevole. Molti madrelingua dimostrano di avere una conoscenza dell’italiano insufficiente, commettendo, non solo nella lingua parlata, errori banali.
Una recente ricerca, realizzata da Libreriamo in occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ha evidenziato gli errori più comuni. Lo studio ha coinvolto 8mila italiani in età compresa tra 16 e 65 anni sviluppato con la metodologia Web Opinion Analysis (WOA).
I risultati sono pessimi: il 45% degli italiani non conosce le regole dell’apostrofo, il 34% utilizza male il condizionale e il congiuntivo, il 31% sbaglia nell’uso della punteggiatura. Vediamo qualcuno degli errori più diffuso. D’accordo è spesso confuso con daccordo. Si dimentica che l’uso corretto prevede l’apostrofo, a significare “di accordo”.
Altro errore largamente diffuso riguarda qual è, che non prevede assolutamente l’apostrofo. Purtroppo ben il 76% degli italiani scrive invece qual’è. Da questa rassegna emerge come l’uso dell’apostrofo sia difficile per molti italiani. Ben il 68% sbaglia nel suo utilizzo, dimenticando che il suo uso è previsto per le parole femminili, quando si trova con le parole che iniziano per vocale.
Con il maschile, invece è obbligatorio solo con l’articolo determinativo singolare, ricordiamo l’eccezione di iodio, si scrive lo iodio, senza apostrofo. Altro errore con po’, in questo caso l’apostrofo indica il troncamento della parole poco. Uno scoglio insormontabile è rappresentato dal congiuntivo, con il 68% degli intervistati che sbaglia nel suo utilizzo, usando l’indicativo al suo posto. Un esempio, si dice che tu abbia vinto la gara, non si dice che tu hai vinto la gara. Sbagli si fanno poi con i pronomi, in particolare con quello femminile le, tralasciato per gli, riferito invece al maschile.
Molti sbagli si fanno confondendo l’uso della c con quello della q, in parole come scuotere, promiscuo, innocuo e così via. Infine molti errori emergono nell’utilizzo della punteggiatura, usata spesso a caso. Esistono invece delle regole precise per l’uso della virgola, del punto e dei due punti. La virgola per una cadenza al periodo lungo, il punto per concludere una frase e i due punti per dare una spiegazione o fare un elenco.
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