Cosa è il congedo di paternità alternativo e quando il padre del bambino può chiederlo? Ecco la misura che non tutti conoscono.
Fino a pochi anni fa il congedo di paternità era un tabù in Italia. Dalla sua introduzione è aumentata tantissimo la quota dei lavoratori che lo chiedono per stare accanto ai loro figli e contribuire così alla cura come le loro madri. Purtroppo però in Italia gli uomini hanno a disposizione soltanto 10 giorni di congedo obbligatorio, uno dei più bassi in Europa.
Nemmeno l’ultimo governo ha pensato di aumentare i giorni a disposizione per i padri. Tuttavia, c’è un modo per far sì che anche i papà si prendano cura dei propri figli come fanno le madri. Molti purtroppo non lo sanno, ma è possibile farlo conservando quasi tutta la retribuzione.
È stato introdotta da poco, da parte del Governo, una modifica a una norma che consente ai papà di accedere alla misura in alternativa alla madre, quando questa non può avere il congedo di maternità. Ma c’è anche una misura obbligatoria, che viene data in alcuni casi.
Congedo paternità alternativo: cos’è e come ottenerlo
Molti neo papà vorrebbero sapere come ottenere il congedo di paternità. Rispetto di padri delle generazioni precedenti, i papà Millennial sono più attenti ad occuparsi dei ruoli di cura e come le madri vorrebbero esercitare i medesimi diritti di genitore. Spesso si scontrano con veri e propri gap normativi, che nel nostro Paese non sono stati purtroppo colmati, ma c’è un’alternativa che pochi conoscono per chiedere il congedo di paternità oggi.
Si chiama congedo di paternità alternativo ed è un periodo di allontanamento dal lavoro in alternativa alla mamma che per gravi motivi non può avere il congedo di maternità. L’indennità è prevista anche in caso di adozione e affidamento, ma solo per certe condizioni. Non si tratta del congedo parentale, ma di un’altra misura che non tutti conoscono.
Non è facoltativo ma obbligatorio. Questo viene concesso in caso di morte della madre del bimbo, grave malattia o abbandono. anche in caso di affidamento esclusivo al padre, adozione o affidamento minori a seguito della rinuncia della madre. Non è facoltativo, ma obbligatorio.
Chi può chiedere il congedo di paternità alternativo
L’INPS in questo caso riconosce un’indennità all’80% dello stipendio e l’astensione dura 5 mesi, suddivisi tra periodo pre parto, di due mesi, e post parto, che di solito dura 3 mesi. Il padre può astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo o parte residua che sarebbe spettata alla madre.
Il congedo può essere chiesto da lavoratori dipendenti assicurati INPS, compresi lavoratori ex IPSEMA. Lavoratori apprendisti, operai, impiegati e dirigenti. Disoccupati o sospesi, lavoratori agricoli a tempo indeterminato o determinato, lavoratori domestici o famigliari.
Possono richiederlo anche i lavoratori a domicilio, i lavoratori LSU o APU, lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Ma spetta anche se la madre è lavoratrice autonoma. Per richiederlo il padre dovrà certificare i motivi per cui la madre non può occuparsi del bambino e si può fare domanda sul sito INPS o rivolgendosi al patronato. Qui dovrà specificare i requisiti.