Attenzione ai nuovi importi dell’Assegno Unico a partire dal mese di luglio 2024: quali sono le nuove cifre previste e perché cambiano.
Iniziare a beneficiare di un bonus o di un sussidio non significa smettere di dedicargli le dovute attenzioni in quanto i requisiti richiesti devono solitamente essere rispettati per l’intera durata dell’erogazione. Che, altrimenti, potrebbe essere sospesa o revocata con il rischio di dover rendere le somme ricevute. Inoltre, pur nel rispetto dei requisiti, gli importi erogati potrebbero essere suscettibili di variazioni, spesso indicate in apposite circolari.
Ragion per cui è necessario restare costantemente informati in maniera tale da conoscere per tempo le possibili riduzioni o incrementi degli importi ed esserne consapevoli con largo anticipo. È il caso dell’Assegno Unico che si prepara a subire una serie di modifiche a partire dall’inizio del mese di luglio 2024. Scopriamo che cosa succederà.
L’Assegno unico rappresenta senza ombra di dubbio un prezioso aiuto per le famiglie con figli a carico, ovvero una somma mensile a loro destinata a copertura delle spese legate alle loro necessità di neonati ma non solo. Infatti l’importo verrà corrisposto fino al compimento dei 18 anni e, in alcuni casi, anche oltre, accompagnando dunque ogni figlio nel suo percorso di crescita e di vita.
Ebbene l’INPS ha rilasciato il 15 maggio 2024 una circolare, la numero 65, contenente i dettagli relativi a quelli che saranno i nuovi importi dell’Assegno unico dal 1° luglio 2024 e fino al 30 giugno 2025. O meglio quanto segnalato sono i nuovi livelli reddituali sui quali bisognerà basarsi per stabilire il valore dell’assegno per il nucleo familiare. Come previsto dell’articolo 2 del DL 69/88 è infatti prevista, ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare, una rivalutazione annuale dei livelli di reddito con effetto a partire da inizio luglio di ogni anno.
Allegate alle circolari vi sono una serie di tabelle che riportano i nuovi livelli di reddito e anche gli importi mensili corrispondenti. Il tutto sulla base della rivalutazione a sua volta legata alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie. Che, nel caso in questione e relativamente al periodo compreso tra gli anni 2023 e 2022, è del +5,4%. Attenzione però: la rivalutazione riguarda esclusivamente le seguenti tabelle: 19, 20A, 20B, 21A, 21B, 21C e 21D.
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